La lentezza come mezzo

La prima cosa che probabilmente colpisce chi si avvicina al taijiquan è la lentezza dei movimenti. Poi si può capire che la lentezza è un mezzo, non il fine, un mezzo per potere unire intenzione-yi, corpo e movimento, cosa che muovendosi velocemente non è facile. La lentezza permette in un certo senso di impregnare il corpo di intenzione-yi.

Da questo punto di vista, sebbene all’inizio e nella pratica in comune la lentezza sia uguale per tutti, e stabilita dall’insegnante, ognuno poi sviluppa la propria lentezza, permettendo la “presenza” nelll’azione e giustificando il termine di “meditazione” usato per il taijiquan.

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